Le tappe su nostro territorio
Tappa Castronovo > Cammarata - San Giov. Gemini
Tappa Cammarata - San Giovanni Gemini > Sutera
Andiamo alla scoperta della grande Magna via Francigena sul nostro territorio
Innanzitutto partiamo dalla storia. La via che collega Agrigento a Palermo, da sempre in Sicilia è una direttrice importante di movimento per uomini, animali e cose. Ha permesso sin dall’età arcaica, di collegare le sponde del Mediterraneo a quelle del Tirreno facendo sì che il Sud potesse respirare l’aria del Nord e le sue contaminazioni culturali.
Dai coloni Greci provenienti dalle isole dell’Egeo che vennero nel VII sec. a fondare le poleis siceliote e si confrontarono e scontrarono con le genti fenicie che occupavano la cuspide occidentale dell’isola, ai Romani che, una volta presa Akragas risalirono questa via per conquistare Panormus, costruendo una rete a maglie ordinate di statio e mansio, punti costruiti a distanze precise che permettevano di cambiare cavalli, rifocillarsi o dormire, rimasti attivi fino al IV sec. d.C. .
Dai Bizantini che poco tempo dopo occuparono la regione e la inserirono nel thema di Sicilia, insediandosi sulle rocche e sulle alture a scopi difensivi ai guerrieri Musulmani che dall’Africa settentrionale, dall’Arabia e dalla Spagna invasero l’isola nel IX sec. trasformando il volto delle strade e dei villaggi che nel corso dei secoli prosperavano o venivano abbandonati. Fino ai cavalieri francesi provenienti dalle coste della Normandia. In poco più di trenta anni, i Normanni guidati dal Gran Conte Ruggero d’Altavilla e dal fratello Roberto il Guiscardo, riconquistarono l’isola da due secoli ormai sotto controllo degli Emiri e ricristianizzarono tutto il territorio, ricostruendo le chiese di rito greco, edificandone nuove di rito latino, permettendo quell’osmosi che ha creato le premesse per la società siciliana di oggi.
Ciò che vedrai non sono solo sentieri tra i campi e i vari centri urbani. Sono l’eredità lasciataci da queste genti, sono le Regie Trazzere che alla fine del XIX secolo i Borboni catalogarono e disegnarono nei loro Regi Catasti. Tutto questo miscuglio è ciò che incontrerai. Quello che ci fa ancora dire: “Siciliani semu, un populu chi canta in allegria; ‘nta lu sangu avemu la forza dill’antichi cavaleri, Nurmanni, Greci, Arabi e Spagnoli, chi sta Sicilia vosiru vantari…”.
Il cammino
"La Magna Via Francigena inizia di fronte alla Cattedrale di Palermo e seguendo Corso Calatafimi raggiunge Monreale e la sua Cattedrale, camminando fianco a fianco con l’Itinerarium Rosaliae. Da qui, attraversata la valle si supera la Conca d’Oro e si giunge alle colline di Santa Cristina Gela ed al lago di Piana degli Albanesi. La via prosegue per le distese di grano verso il Santuario di Tagliavia e verso Corleone, raggiunta la quale si inoltra verso Prizzi.
Si entra nel borgo dei Sicani dopo aver girato attorno al lago artificiale e da qui si prosegue verso la Riserva Naturale di Monte Carcaci per giungere a Castronovo di Sicilia, centro geografico della Magna Via. Il percorso da qui segue il corso del fiume Platani, passando da Cammarata e San Giovanni Gemini, fino a tagliare la ferrovia, la Statale ed inerpicarsi verso la rocca di Sutera. Sotto la mole di San Paolino la via prosegue toccando i borghi rurali di Campofranco, Milena e Racalmuto e raggiunge il centro di Grotte, piccolo centro abitato dell’agrigentino.
Le ultime tappe ci portano a superare il Platani e raggiungere il borgo minerario di Comitini e di Aragona per finire con il centro di Joppolo Giancaxio. L’ultimo tratto di campagna raggiunge la rocca imponente di Agrigento, la sua Rupe Atenea e si affaccia sul mar Mediterraneo e sulla Valle dei Templi.”(fonte: sito ufficiale)
Comuni: Cammarata, Castronovo di Sicilia, San Giov Gemini
Lunghezza percorso: 12,7 km
Elevazione massima: 692 m
Elevazione minima:: 380 m
Difficoltà: Media
Comuni: Cammarata, Castronovo di Sicilia, San Giov.Gemini
Lunghezza percorso: 12,7 km
Elevazione massima: 692 m
Elevazione minima:: 380 m
Difficoltà: Media
Descrizione:
Percorso tratta: Asfalto 35% Sterarto 65%
Pendenza massima: 24,3%;
Il cuore della Magna Via Francigena è proprio tra la Rocca di San Vitale con i suoi ruderi normanni e le sue chiese e il pianoro del Kassar sul monte da cui scende la via. Una visita a tutto il centro del paesino dei Sicani permette di capirne meglio la genuinità dell’accoglienza. La via prosegue lungo una trazzera ottocentesca che tagliando i moderni tornanti, supera il campo sportivo, la pista d’emergenza per l’elisoccorso e il cimitero e giunge all’incrocio delle provinciali che portano verso lo scorrimento veloce. Da qui, 400 m dopo l’incrocio si incontra la svolta per il sentiero che porta all’Azienda Colle San Vitale che custodisce all’interno dei suoi terreni le preziose testimonianze archeologiche della Necropoli di Capelvenere: una grande roccia scavata per la disposizione delle sepolture e riusata nel corso dei secoli anche a fini abitativi. Superato il sito, si attraversa il Platani lungo un passaggio che d’inverno è sconsigliato per la portata delle acque ma che in primavera e in estate permette il piacere di un refrigerante bagno ai piedi. Superato il fiume si giunge al sito di controllo più imponente della Magna Via, il Casale di San Pietro, che probabilmente conserva nel sottosuolo la memoria dell’insediamento islamico che sorgeva attorno al casale citato dai diplomi normanni. Gli scavi della Soprintendenza Archeologica di Palermo e le missioni dell’Università di Roma Tor Vergata e di York stanno portando alla luce nuove scoperte che chiariranno meglio la storia di questo luogo che da sempre vede il passaggio delle genti da nord a sud. Lasciato il Casale alle spalle si raggiunge un fontanile e da qui si comincia a salire la trazzera che segue il corso dell’affluente del Platani, il torrente Saracena, fino ad arrivare in vista di Cammarata e del suo castello. L’ingresso in paese consente di rifornirsi di viveri e acqua e di continuare lungo la traccia verso il limitrofo comune di San Giovanni Gemini.(fonte: sito ufficiale)
Descrizione:
Dal paese di San Giovanni Gemini, una strada interpoderale permette di uscire dal centro abitato e di imboccare la trazzera che scende giù verso il fiume. La tappa verso Sutera può facilmente trovare una sosta nelle strutture ricettive del territorio che forniscono accoglienza e ristoro al viandante e da qui proseguire lungo la vecchia Nazionale per circa 2 km e poi superare la ferrovia e la SS 189, in un tratto di rettilineo in cui è più semplice attraversare mantenendo alta l’attenzione. Ha inizio una trazzera che si inerpica per circa 1,5 km e giunge al cimitero e all’abitato di Acquaviva Platani, dove è possibile riposare e ricaricare l’acqua. Da qui una ex provinciale in disuso ci porta lungo le trazzere che camminano in cresta alle colline che avvolgono Sutera e la Rocca di San Paolino. Paesaggi incantevoli in ogni stagione dell’anno che fanno da quinta scenica alle masserie lungo il percorso, come l’ultima prima di Sutera che conserva al suo interno le origini medievali dell’abitato. Gli ultimi chilometri portano all’abitato ed alla sua imponente rocca, sito sacro visitabile e forse fortificato nel periodo medievale. Immancabile una visita al paese e alle sue piccole perle preziose: il ràbato che conserva ancora l’impianto urbano di tipo arabo, fatto di piccole vie e di case costruite una a ridosso dell’altra, l’antico spitale di San Simone, la chiesa madre dedicata all’Assunta e il museo etnoantropologico comunale che si trova nell’ex convento dei Carmelitani, la collina di Santa Croce e il palazzo di Francesco Salamone, uno dei 13 condottieri italiani che disputò la famosa Disfida di Barletta. (fonte: sito ufficiale)
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