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Riportata all’antico splendore l’urna del Cristo morto di San Giovanni Gemini


È tornata all’antico splendore l’Urna risalente al 1700 che custodisce il simulacro del Cristo morto in cartapesta della Chiesa Madre di San Giovanni Gemini. In occasione del Venerdì Santo 2022, alle ore 21:00, presso la Chiesa Madre dedicata a San Giovanni Battista, l’Arciprete Don Luca Restivo ha benedetto e inaugurato l’urna magistralmente restaurata dopo un anno e mezzo di lavori dalla palermitana Ivana Mancino che ha presieduto all’evento descrivendo brevemente gli interventi fatti. Il restauro è stato totalmente finanziato dalla Professoressa Irene Catarella pronipote del Vescovo di Piazza Armerina Antonino Catarella (1942-1970) a cui lo ha dedicato. La Professoressa ha ribadito che il motto dello zio era Ut essemus sancti in charitate, “Affinché possiamo essere santi nella carità”, perché era un uomo che si è distinto per il suo aiuto al prossimo. “Un simbolo di tutta la sofferenza del mondo: questo il significato dell’Urna del Cristo morto che, manifestando tutta la sua bellezza artistica, ci ricorda come tutte le atrocità che l’umanità subisce e ha subito, malattie, guerre e quanto altro, avranno un riscatto e intanto sono racchiuse in quel prezioso contenitore insieme a Gesù Crocifisso che ci ricorda di non essere indifferenti al dolore degli altri, a prendercene cura e a cercare di lenirlo e confortarlo e superarlo con tutte le nostre forze”, questa certezza ha portato la Professoressa Catarella a promuovere il restauro di questa preziosa opera d’arte. I lavori sono stati seguiti con l’alta sorveglianza della Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Agrigento e dall’Ufficio Beni Ecclesiastici della Curia Arcivescovile di Agrigento. All’interno dell’Urna è stata collocata la statua del Cristo morto adagiata su un lettino di legno realizzato appositamente per inserire la statua dall’alto con dei cordoni. “Il recupero dell’opera è stato un lavoro molto interessante”, ha ribadito la restauratrice Mancino, “infatti ha riportato all’antico splendore i suoi colori originali dai toni pastello occultati da spessi strati di vernice ingiallita e ossidata che impedivano una corretta lettura della meravigliosa decorazione a finto marmo”. Sono state, inoltre, recuperate le antiche zampe leonine che erano custodite nei locali parrocchiali e riportate alla luce le meravigliose decorazioni floreali della struttura e del maestoso coperchio. È stata realizzata anche una nuova base lignea che ha permesso di utilizzare immediatamente l’Urna nella processione per le vie del paese svoltasi con la partecipazione del Sindaco Carmelo Panepinto, dell’Amministrazione sangiovannese e di innumerevoli fedeli, dopo la benedizione di Don Luca che ha ricordato come l’Urna, simbolo della devozione filiale dei fedeli a Gesù Nazareno morto in croce per noi, fosse ormai inutilizzabile e come, quindi, questo restauro sia stato provvidenziale. A memoria storica del restauro si è affissa una targhetta in plexiglass sul basamento dell’Urna con la scritta “In memoria del Vescovo Antonino Catarella, la sua pronipote Irene Catarella offre il restauro di questa Urna iniziato nel Settembre del 2020 e concluso per la Pasqua 2022”. L'illuminazione é stata curata da Pietro Matraxia.




 

Relazione di Ivana Mancino sui lavori di restauro dell'urna.




Introduzione: L’intervento di restauro dell’Urna che custodisce il Cristo deposto della Chiesa di San Giovanni Battista di San Giovanni Gemini è stato condotto secondo criteri scientifico. A causa dell’estrema fragilità dell’opera è stata effettuata un intervento di disinfestazione anossica e un consolidamento ligneo strutturale. La cassa è realizzata in legno di abete mentre per le parti intagliate con motivi vegetali, floreali e ghirlande è stato utilizzato l’essenza di tiglio .

Stato di Conservazione: L'opera si presenta in cattivo stato di conservazione, poiché la superficie lignea è stata attaccata dagli insetti xilofagi che hanno indebolito la struttura lignea. L’intera superficie dell’urna è ricoperta da strati di vernice di colore giallo e da depositi superficiali. Non presentava nessuna ridipintura.

Materiali costitutivi: legno di abete policromo e legno di tiglio dorato con la tecnica dell’argento meccato.

Interventi precedenti: Sono stati rimossi gli otto telai decorati in finto marmo che sorreggono i vetri sia nella cassa dell’urna inseriti intorno agli anni 50.


Restauro dell’Urna del Cristo morto sec. XIX – Chiesa di San Giovanni Battista, San Giovanni Gemini (AG).

E’ tornata all’antico splendore l’Urna che custodisce il simulacro del Cristo morto in cartapesta. Venerdì 15 aprile 2022, alle ore 21,00, presso la chiesa di San Giovanni Gemini si presenta ufficialmente alla comunità parrocchiale il restauro dell’Urna del Cristo morto. Il restauro è stato sponsorizzato dalla Professoressa Irene Catarella nipote del Vescovo di Piazza Armerina Antonino Catarella (1942-1970) a cui dedica il restauro. I lavori sono stai seguiti con l’alta sorveglianza della Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Agrigento e dall’Ufficio Beni Ecclesiastici della Curia Arcivescovile di Agrigento. La restauratrice Ivana Mancino consegna al Parroco Don Angelo Luca Restivo l’Urna del’ Cristo morto. All’interno dell’Urna è stata collocata la statua del Cristo morto adagiata su un lettino di legno a sostituzione di un marmo, realizzata appositamente per inserire la statua dall’alto con dei cordoni. Il recupero dell’opera è stato un lavoro molto interessante che ha riportato all’antico splendore i suoi colori originali dai toni pastello occultati da spessi strati di vernice ingiallista e ossidata che impedivano una corretta lettura della meravigliosa decorazione a finto marmo. Sono state recuperate le antiche zampe leonine che erano custodite nei locali parrocchiali. E’ stata realizzata una nuova base lignea processionale al fine di potere utilizzare l’Urna per i riti della Settimana Santa.




L’intervento di restauro

Eliminazione di depositi superficiali incoerenti (polveri fissate, cere, macchie grigie) con l'uso di una pennellessa morbida e del bisturi la lama fissa.

Disinfestazione anossica (con diminuzione o totale mancanza di ossigeno), crea un atmosfera circoscritta e modificata, impoverita di ossigeno, affinché gli organismi aerobi (il cui metabolismo è basato sull’utilizzo di ossigeno) presenti nel manufatto ligneo vengono debellati. Quando si priva l’insetto di ossigeno, gli spiracoli restano aperti ed essendo questi dei regolatori delle perdite d’acqua l’insetto di disidrata. Nel trattamento di disinfestazione anossica è quindi la dispersione d’acqua ad essere considerata un fattore letale per l’insetto e non la tossicità dell’atmosfera. La concentrazione letale di ossigeno è compresa tra 0,1% e 0,3%, inclusi gli oneri relativi alla sigillatura temporanea con materiale polietilenico per prolungare l’azione del prodotto. Il manufatto deve essere chiuso per 21 giorni.

Disinfestazione con prodotti a base di permetrina sia per la prevenzione che per l’eliminazione di attacchi di microrganismi e di organismi biodeteriogeni; inclusi gli oneri relativi alla sigillatura temporanea con materiale polietilenico per prolungare l’azione del biocida per 21 giorni. Applicazione del prodotto biocida a pennello e a siringa.

Preconsolidamento della doratura con iniezioni di acqua e alcool bianco in rapporto 1:1 e successivamente con iniezioni di Primal AC 33 in rapporto 1.1.

Pulitura per la rimozione di sostanze sovrammesse di varia natura quali polveri grasse, fumi, vernici a base di gomma lacca, fissativi e ravvivanti, stuccature debordanti sulla pellicola pittorica, ridipinture mediante applicazione di solventi organici e soluzioni basiche della policromia, incluso gli oneri per i saggi per la scelta idonea e all’asportazione meccanica della sostanza pulente dal solvente, con acetone, diluente nitro, miscela DAN e Contrad 2000 diluito in acqua (in rapporto 1:1) o altre miscele da valutare in corso d’opera.

Pulitura della doratura originale in foglia d’argento meccato mediante applicazione di solventi organici e basici a tampone.

Rimozione di vernici con tamponi imbevuti di alcool bianco, al termine dell'azione pulente neutralizzare con tamponi imbevuti con essenza di trementina, rimozione di fissativi con miscele di solventi basici e di ridipinture con miscele di solventi previo test, rimozione di fissativi con miscele di solventi basici

Rifinitura della pulitura mediante rimozione a bisturi di eventuali residui compatti ed aderenti al substrato, eliminazione delle gocce di cera tramite bisturi e/o con essenza di trementina, eliminazione delle parti sovrammesse in stucco,

Incollaggio della elementi lignei fessurati e distaccati con resina epossidica bicomponente UHU PLUS previo strato di Paraloid B 72,

Smontaggio delle parti intagliate e incollaggio in asse con resine epossidica bi componente UHU PLUS, previo strato d’intervento di Paraloid B 72 al 5% steso a pennello sui bordi dei frammenti.

Risanamento ligneo di supporto mediante un telaio in legno di abete a sostegno delle quattro zampe che erano custodite nei locali della Parrocchia.

Consolidamento ligneo di supporto da effettuarsi a pennello fino a tre mani con Paraloid B 72 dal 5% al 10% in acetone e diluente nitro (in rapporto 1:1)

Stuccatura delle lacune e degli strati preparatori della pellicola pittorica con gesso di Bologna e colla di coniglio e successiva rasatura finale sulle parti dipinte con la tecnica del finto marmo.

Ripristino delle doratura delle parti intagliate lacunose previa stuccatura con gesso di Bologna e colla di Coniglio 1:12, applicazione del bolo d’Armenia, brunitura con pietra d’agata, applicazione della lamina d’argento, applicazione della vernice “Mecca” al fine di raggiungere il tono di doratura originale, applicazione di foglia d’oro a guazzo.

Verniciatura della pellicola pittorica con applicazione a pennello di vernice Retoucher della Lefranc prima della fase di stuccatura, dopo la fase di stuccatura.

Reintegrazione pittorica delle lacune degli strati pittorici con tecnica mimetica mediante applicazioni di stesure di colori a vernice Maimeri per restauro, con la finalità di ricostruire il tessuto cromatico e di riduzione dell’interferenza visiva delle lacune.

Dopo la reintegrazione pittorica applicazione per nebulizzazione di vernice Retoucher della Lefranc e verniciatura per nebulizzazione finale opaca della Lefranc.


Le foto prima del restauro

Le foto dopo il restauro





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